Comunicato stampa Dicembre 2021

I dati dello European Consumer Payment Report (ECPR) 2021 di Intrum

Milano, dicembre 2021. Il 25% del campione di cittadini europei intervistato per lo European Consumer Payment Report (ECPR) di Intrum ha, negli ultimi sei mesi, contratto nuovi prestiti oppure ha utilizzato il plafond della carta di credito fino al limite a seguito della pandemia. Si tratta di un dato in crescita rispetto al 21% del 2020.

Un dato che sicuramente fa riflettere ma è comunque vero che il restante 75% degli intervistati non ha contratto nuovi debiti nel corso della pandemia e, inoltre, dal nostro punto di vista vediamo che nei 24 paesi europei dove operiamo il numero delle nuove pratiche di recupero crediti è in diminuzione il che significa che la maggior parte dei consumatori che accendono nuovi prestiti si sentono in grado  di rimborsarli.

Lo European Consumer Payment Report (ECPR) di Intrum si basa su oltre 24.000 interviste effettuate ai responsabili delle scelte finanziarie delle famiglie in 24 paesi europei.

Il 31% degli italiani prende a prestito una percentuale compresa tra il 10% e 25% del proprio stipendio (media europea pari al 25%) mentre il 17% prende a prestito tra il 25% e il 50% del proprio stipendio mensile contro il 15% della media europea.  

I dati della percentuale di soldi presi a prestito come percentuale dello stipendio sono in generale  più alti della media europea e, inoltre, il 55% degli intervistati italiani ha almeno una volta preso a prestito dei soldi o aumentato il limite della propria carta di credito per acquistare qualcosa per i figli. Il 27% del campione italiano, inoltre, lo ha fatto più volte. In totale quindi  l’ 82%  degli intervistati di casa nostra ha comprato a credito beni o servizi per i figli. Si tratta anche qui di dati più alti della media europea. 

Il controllo dei propri debiti

Se guardiamo alla totalità del campione europeo intervistato, uno su sette (16%) afferma di non avere il controllo dei propri debiti e, in Italia, il 18% sostiene di aver meno visibilità sui piccoli prestiti e sulle carte di credito rispetto al pre pandemia. Ma sono le giovani generazioni quelle che, in confronto alle altre,  perdono il controllo dei loro debiti. In Italia il 39% degli intervistati la cui età varia fra i 18 e i 21 anni (la cosiddetta Gen Z) non è interessata a capire quanti soldi ha preso a prestito (media europea pari al 25%). Tassi alti anche fra coloro nella fascia di età compresa fra i 22 e 37 anni, i Millennials: il 35% non è interessato a capire la consistenza dei loro debiti (24% media europea).

Può essere preoccupante che molti  giovani consumatori abbiano uno scarso controllo delle loro finanze personali, tanto più che possano trovarsi in una situazione finanziaria difficile in una fase iniziale della loro vita, ma è anche vero che questa fascia di età ha comunque meno reddito disponibile rispetto ad altri gruppi di età e quindi il credito concesso è commisurato al loro livello di reddito. In ogni caso la prudenza si fa strada negli intervistati italiani, infatti il 26% di tutti gli intervistati italiani si sente meno pronto a contrarre un debito ora rispetto a prima della pandemia (media UE pari al 36%) e se guardiamo ai dati suddivisi per classi di età in Italia scopriamo che la Gen Z con il 28%) e i Millennials col 37% si sentono poco a loro agio nel contrarre un debito ora rispetto a prima della pandemia. In altre parole le generazioni più giovani sono quelle che hanno meno il controllo dei propri debiti ma sono anche quelle che sono più diffidenti nel contrarne di nuovi. La Gen Z e quella successiva sono quelle che perdono il contro dei soldi spesi tramite app (29% la Gen Z ) e il 27% dei Millennials ) la media italiana è pari al 16%.

La prudenza delle famiglie italiane

L’emergenza Covid-19 non ha avuto solo un impatto immediato sulle finanze delle famiglie ma anche implicazioni a lungo termine sulla capacità dei consumatori di risparmiare per il futuro. Nel caso italiano le implicazioni sono positive, secondo le indagini della Banca d’Italia infatti, la propensione al risparmio (la quota del risparmio lordo delle famiglie sul loro reddito disponibile lordo), è più che raddoppiata in Italia passando dalla fine del 2019: dall’8% al 19%. Anche se abbiamo visto sopra come gli italiani si indebitino molto come percentuale dello stipendio e  siano guardinghi nel contrarre nuovi debiti ai tempi della pandemia, è comunque importante notare come nel nostro Paese sia sempre forte la motivazione a risparmiare nell’ottica dell’aumento della sicurezza finanziaria .

Infatti Il 45% del campione intervistato di casa nostra si pone degli obiettivi nella gestione delle spese e dei risparmi mentre il 43% mette da parte una quota aggiuntiva di risparmi per fare fronte ad una possibile recessione. Si tratta di dati che collocano l’Italia fra i primi paesi d’Europa (Il Portogallo è il Paese con i valori più alti).

Per scaricare il report, cliccare QUI

 

Intrum è il leader europeo nel settore dei credit services con una presenza in 24 mercati del vecchio continente. Intrum aiuta le aziende offrendo soluzioni progettate per migliorare i flussi di cassa e la redditività a lungo termine e prendendosi cura dei propri clienti. Garantire che le persone e le aziende ottengano il supporto di cui hanno bisogno per affrontare i problemi finanziari è una parte importante della missione dell'azienda. Intrum ha circa 10.000 professionisti dedicati che collaborano con circa 80.000 aziende in tutta Europa. Nel 2020 i ricavi sono stati pari a 16,85 miliardi di Corone svedesi. Intrum ha sede a Stoccolma, ed il titolo Intrum è quotato al Nasdaq di Stoccolma. Intrum Italy i cui azionisti sono Intesa Sanpaolo (49%) e Intrum Group (51%) ha quasi 900 collaboratori e 26 uffici in 22 città italiane.

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