European Payment Report 2020 Italy
Focus Veneto
Economia: i pagamenti in ritardo danneggiano le aziende italiane e quelle venete che, però, accettano tempi di pagamento più lunghi per non perdere i clienti
Il 74% delle aziende venete riceve pagamenti dall’estero. Un segno di una forte vocazione internazionale
Mestre, ottobre 2020. Oltre il 50% delle aziende europee intervistate durante la crisi del Covid afferma che i pagamenti in ritardo riducono la liquidità in cassa e sono un pericolo per la continuità aziendale. Nella fase pre-Covid questo dato valeva invece il 35%; si tratta, pertanto, di uno scenario in evidente peggioramento.
Lo confermano i dati dello European Payment Report (EPR), la survey condotta da Intrum, il principale operatore europeo dei credit services, intervistando le posizioni apicali di 9.980 aziende in 29 paesi europei appartenenti a 11 settori industriali. Le interviste sono state condotte sia nella fase pre Covid-19 (Febbraio 2020) che durante la fase Covid-19 (ovvero a partire da maggio 2020). In Italia le interviste sono state 864.
Importante notare come il 71% delle aziende europee intervistate in epoca Covid afferma di avere accettato termini di pagamento più lunghi per sopravvivere, alimentare il cashflow e non danneggiare la relazione con la clientela; di contro, in epoca pre-Covid, il dato si assestava al 65%, segno, comunque, di una certa consuetudine in tal senso.
La recessione e i dati economici delle aziende venete
L’83% delle aziende italiane intervistate ritiene che ci si trovi attualmente in una fase di recessione; si tratta del dato più alto di tutta Europa, uno dei dati più elevati tra quelli registrati nell’ambito della ricerca, mentre è il 61% degli intervistati veneti a pensare che siamo già in recessione.
Come le imprese venete si preparano alla recessione: il 50% del campione regionale (risposte multiple) sta valutando di tagliare i costi per prepararsi al calo dell’economia, ma il 37% non perde il proprio dinamismo, investendo di più sulla rete commerciale, anche se il 47% sarà più cauto nell’indebitarsi. Solo il 6% sta attualmente considerando di vendere una parte della propria azienda.
Secondo Antonio Rabossi, Head of Operations di Intrum Italy- in seguito a tutte le misure adottate dal Governo (blocco dei licenziamenti, moratorie sui crediti, sussidi erogati ai lavoratori autonomi, ecc.) la recessione, seppur percepita in tutta la sua gravità dai partecipanti al sondaggio, non si è ancora manifestata del tutto, anche se pochi giorni fa Standard & Poors, seppur in uno scenario di incertezza, si è addirittura dimostrata più fiduciosa del MEF su un rimbalzo robusto del PIL nel terzo trimestre del 2020 – un segnale che testimonia come– conclude Rabossi – lo scenario economico italiano possa essere meno pessimista di quanto si creda, a meno di “ricadute” sul fronte pandemico.
Occorre in ogni caso rilevare come una delle principali evidenze che emerge dai dati dell’European Payment Report è rappresentata dai tempi di pagamento che, nel corso degli anni, sono significativamente cambiati e, in alcuni casi, migliorati.
Pubblica Amministrazione
Nel 2016 La P.A. italiana pagava in media in 131 giorni, nel 2017 in 95 giorni nel 2018 in 104 giorni e nel 2019 in 67 giorni. Nel 2020 il dato è pari a 60 giorni. In Veneto, nel 2020, il 58% dei pagamenti dello Stato sono effettuati entro 75 giorni.
Business To Business
Nel 2016 le aziende italiane pagavano in media loro aziende controparti in 80 giorni, nel 2017 in 52 giorni, nel 2018 in 56 giorni e nel 2019 in 48 giorni. Un lieve peggioramento si ha nel 2020: 49 giorni. Il 75% delle aziende venete paga, ad oggi, i propri fornitori in 75 giorni.
Business to Consumer
Nel 2016 consumatori italiani pagavano le aziende in media in 37 giorni nel 2017, in 39 giorni nel 2018, in 28 giorni e nel 2019 in 24 giorni. Un lieve peggioramento si ha nel 2020: 31 giorni. In Veneto l’88% dei clienti consumer paga entro 75 giorni.
Interessante notare, inoltre, come il 42% delle aziende venete non ha avuto nel 2019 alcuna percentuale di perdita sui crediti, mentre il 32% ha registrato perdite su crediti che incidono fra l’1% e il 5% del fatturato. Il 55% delle aziende venete, contro il 61% italiano, ha accettato termini di pagamento più lunghi pur di non perdere clienti. I dati sulla crescita e il sentiment sulla recessione non sembrano però mettere in dubbio la vocazione internazionale delle aziende italiane nel loro complesso: Il 22% delle nostre aziende riceve pagamenti dall’estero (erano il 16,5% lo scorso anno). In Veneto il dato è molto più alto ed pari al 74% . L’export di beni e servizi è uno dei punti di forza del sistema economico italiano: secondo l’Istat coinvolge oltre 130 mila operatori italiani e, solo nell’ultimo anno, ha portato ad un avanzo di bilancio commerciale di 52,9 miliardi di euro.
Intrum
Intrum è il leader europeo nel settore dei credit services con una presenza in 24 mercati del vecchio continente. Intrum aiuta le aziende offrendo soluzioni progettate per migliorare i flussi di cassa e la redditività a lungo termine e prendendosi cura dei propri clienti. Garantire che le persone e le aziende ottengano il supporto di cui hanno bisogno per affrontare i problemi finanziari è una parte importante della missione dell'azienda. Intrum ha circa 10.000 professionisti dedicati che collaborano con circa 80.000 aziende in tutta Europa. Nel 2019, i ricavi sono stati pari a quasi 16 miliardi di corone svedesi. Intrum ha sede a Stoccolma, ed il titolo Intrum è quotato al Nasdaq di Stoccolma. Intrum Italy i cui azionisti sono Intesa Sanpaolo (49%) e Intrum Group (51%) ha quasi 1000 collaboratori e 30 uffici in 22 città italiane.
Per informazioni
Fabrizio Puddu
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